grggrg
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Il 1^ novembre ho avuto la notizia che ho vinto il primo premio di scultura al concorso
GRAZIE SGARBI - GRAZIE PRINCIPE
IIIEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
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Francesco Zero è orgoglioso di comunicare che il
Portatore d'Arte, opera in bronzo colata sull'originale modellato in cera, un emblema per la filosofia di STUDIOZERO è stato selezionato per partecipare alla
Fiera di Palermo dal 15/18 ott. 2015
Segue la presentazione della Fiera fatta da
Vittorio Sgarbi
UN GRANDE EVENTO ARTISTICO A PALAZZO ROSPIGLIOSI DI ZAGAROLO
CURATO DA FRANCESCO ZERO
PRESIDENTE DI STUDIOZERO ITALIA
Nel COMPLESSO MONUMENTALE di SANTA CATERINA a FINALE LIGURE/GENOVA FRANCESCO ZERO ESPONE LE SUE SCULTURE
insieme ai Maestri Anna Salvati e Paolo Filippi
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ZERO espone le sue sculture definite "volanti" dal pubblico nello splendido complesso monumentale San Giovanni Addolorata a roma
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Caro Museo
del Giocattolo......
auguri dal tuo Direttore.
Auguri
vivissimi per la "nuova età".
Auguri per i
tuoi primi dieci anni,
vissuti a dispensare nel tempo sogni, gioia e
conoscenza.
Auguri per la tua
storia che, narrata da mille e più giocattoli, contribuisce a dar valore alle
abitudini degli uomini e alla memoria senza fine... dell'anima.
Auguri per
la tua intramontabile realtà che lungo
il film della vita, come un “secondo montaggio" del vissuto, isola dettagli,
focalizza momenti e ne
plasma di
nuovi più felici nel
presente di tutti, nella possibile mutazione della memoria futura.
Auguri per la tua nobile
missione sul controllo dell'infanzia nell'impatto col mondo, per preservare
l'ingenuità e il sorriso dalla strada bagnata.
Auguri per lo sguardo originale e profondo sulla mia
biografia, della quale, ogni giorno e
minuto, scrivi pagine e parole.
Te ne ringrazio, onorato e
felice.
Francesco Zero
BARBIE..... 56 ANNI E ANCORA DI MODA!
Caro Museo del Giocattolo......
BARBIE..... 56 ANNI E ANCORA DI MODA!
Il 19 marzo 2015 il
Museo Demoantropologico del Giocattolo di Zagarolo compie 10 anni e
l'Esposizione della ricca Collezione BARBIE di Antonio Russo sarà il regalo fantastico che il Museo ha riservato a
tutti i bambini e le bambine che
vorranno festeggiare questa ricorrenza.
Nel pomeriggio del 19 marzo una anteprima
prestigiosa di alcune Barbie storiche farà da esordio alla grande esposizione
che seguirà nelle sale del Museo dalle ore 17 del 28 marzo fino a domenica 7
giugno.
Duecento Barbie, tutte originali ed
elegantissime, sfileranno nei saloni cinquecenteschi di Palazzo Rospigliosi, in
una grande Esposizione dal titolo: "56 anni ... e ancora di moda".
Il Museo si riempirà con esemplari da collezione che dagli anni '60 al
2010 si presenteranno in uno spettacolo
da mille e una notte con gli abiti d'epoca, gli oggetti di quegli anni e i
riferimenti alle più famose rock star come Madonna e Cindy Lauper.
Una sfilata di moda, un festival di
bellezza e di colori dedicata a Barbie
che si mostrerà con il suo stile di successo
negli abiti disegnati da Christian Dior, da Gucci, da Versace e da
Armani che per lei è intervenuto su ogni
minimo particolare a partire dall'abito fino ad arrivare al trucco del viso.
Sarà stata Barbie ad influenzare la moda o
forse invece il contrario??
Risponderanno quelle modelle di 30
centimetri, belle ed appariscenti, accompagnate da completi di lingerie e di
biancheria da notte, scarpe, borse, gioielli, mobili, camper, tende,
automobili.... Barbie ha avuto 14 cani, sette cavalli, due gatti, un
pappagallo, un panda, un delfino. Barbie apparirà nelle sue più diverse
forme: come quelle contenute nelle "Pink Box" destinate al gioco o
quelle create per essere collezionate. Un mondo vasto e incantato, soprattutto
per la serie da collezione, a "tiratura limitata" che ogni anno si
arricchisce di nuove proposte.
Nel 2014 più di seimila bambini hanno
visitato e scorazzato per le sale espositive, colme di giochi, con la gioia
negli occhi e il fiatone nel cuore, emozionati e felici; a loro, anche in occasione del 10°
compleanno, è andato il pensiero del Museo più bello del mondo.
CHi OFFENDE L'ARTE PAGA
Il 19 marzo 2015 il
Museo Demoantropologico del Giocattolo di Zagarolo compie 10 anni e
l'Esposizione della ricca Collezione BARBIE di Antonio Russo sarà il regalo fantastico che il Museo ha riservato a
tutti i bambini e le bambine che
vorranno festeggiare questa ricorrenza.
Nel pomeriggio del 19 marzo una anteprima
prestigiosa di alcune Barbie storiche farà da esordio alla grande esposizione
che seguirà nelle sale del Museo dalle ore 17 del 28 marzo fino a domenica 7
giugno.
Duecento Barbie, tutte originali ed
elegantissime, sfileranno nei saloni cinquecenteschi di Palazzo Rospigliosi, in
una grande Esposizione dal titolo: "56 anni ... e ancora di moda".
Il Museo si riempirà con esemplari da collezione che dagli anni '60 al
2010 si presenteranno in uno spettacolo
da mille e una notte con gli abiti d'epoca, gli oggetti di quegli anni e i
riferimenti alle più famose rock star come Madonna e Cindy Lauper.
Una sfilata di moda, un festival di
bellezza e di colori dedicata a Barbie
che si mostrerà con il suo stile di successo
negli abiti disegnati da Christian Dior, da Gucci, da Versace e da
Armani che per lei è intervenuto su ogni
minimo particolare a partire dall'abito fino ad arrivare al trucco del viso.
Sarà stata Barbie ad influenzare la moda o
forse invece il contrario??
Risponderanno quelle modelle di 30
centimetri, belle ed appariscenti, accompagnate da completi di lingerie e di
biancheria da notte, scarpe, borse, gioielli, mobili, camper, tende,
automobili.... Barbie ha avuto 14 cani, sette cavalli, due gatti, un
pappagallo, un panda, un delfino. Barbie apparirà nelle sue più diverse
forme: come quelle contenute nelle "Pink Box" destinate al gioco o
quelle create per essere collezionate. Un mondo vasto e incantato, soprattutto
per la serie da collezione, a "tiratura limitata" che ogni anno si
arricchisce di nuove proposte.
Nel 2014 più di seimila bambini hanno
visitato e scorazzato per le sale espositive, colme di giochi, con la gioia
negli occhi e il fiatone nel cuore, emozionati e felici; a loro, anche in occasione del 10°
compleanno, è andato il pensiero del Museo più bello del mondo.
CHi OFFENDE L'ARTE PAGA
pubblicato mercoledì 11 marzo 2015
Il Presidente della Turchia Erdogan è stato multato per una somma di 10 mila lire turche, circa 3mila e 500 euro, per aver definito "mostruosità” una statua simbolo della pace con l’Armenia.
La somma di denaro sarà corrisposta all’artista Mehmet Aksoy in compensazione per l’offesa pubblica subita alla sua scultura. Il monumento in questione, Statue of Humanity (nella foto), è composto da due figure umane alte 30 metri ed è sito a est della città di Kars. L’opera rappresenta appunto la riconciliazione tra la Turchia e l’Armenia. I rapporti diplomatici fra le due nazioni sono molto tesi a causa del Genocidio Armeno perpetrato sotto l’Impero Ottomano, che i Turchi hanno sempre negato. Questo non ha impedito a Erdogan, durante la sua carica da Primo Ministro nel 2011, di esprimere la sua opinione sulla scultura quando, visitando il sito, suggerì di rimuoverla.
Sulla base di queste affermazioni le autorità cittadine decisero di smantellare la statua, cominciando i lavori di demolizione. Erdogan ha ribadito più volte che il suo commento era puramente estetico e che non voleva in nessun modo offendere il popolo armeno.
Ora il Presidente dovrà pagare per questa affermazione, e a stabilirlo è una corte di Istanbul dopo che Aksoy l’ha citato in giudizio per l’insulto subito. L’artista ha dichiarato che con i soldi ottenuti per danno morale, grazie alla decisione favorevole dei giudici, festeggerà un gran Nevruz Day, la celebrazione del nuovo anno persiano.
Anche se la cifra dovuta da Erdogan potrebbe sembrare modesta, crea senz’altro un buon precedente ricordando a tutti che la politica non dovrebbe mai interferire con l’arte e con la libertà d’espressione.
(Giulia Testa)
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I PREZZI DEL MERCATO DELL’ARTE SONOper le cifre astronomiche pagate per i suoi lavori, definisce il mercato dell’arte "assolutamente eccessivo” |
pubblicato martedì 10 marzo 2015
Gerhard Richter, pittore tedesco di fama mondiale, ha confessato al giornale Die Zeit il suo stupore per le cifre astronomiche pagate per i suoi lavori, definendo il mercato dell’arte "assolutamente eccessivo” e aggiungendo anche che i prezzi raramente riflettono in valore reale dell’opera. Il pittore ha raccontato di essere rimasto esterrefatto quando una recente asta di Sotheby’s ha battuto il suo Abstraktes Bild del 1986 per un ammontare di 41 milioni di euro. L’artista ha precisato che benché si tratti di una buona notizia per il suo lavoro, il fatto resta comunque scioccante.
Richter inoltre è sicuro che il mercato prima o poi rivedrà questi prezzi e tutti coloro che hanno acquistato le sue opere per cifre astronomiche subiranno una perdita inevitabile. Non ha tutti i torti se si considera che Abstraktes Bild è stato venduto per una cifra 5 mila volte maggiore rispetto al suo ultimo prezzo di vendita. L’artista ha inoltre sottolineato che il guadagno in questi casi va quasi totalmente ai venditori, agli artisti resterebbe solo una piccola fetta della torta. Richter torna indietro di 30 anni, al momento in cui stava vendendoAbstraktes Bild a un collezionista per meno di 8mila euro.
Secondo il pittore inoltre nessuno ormai è realmente interessato alla sua arte, i compratori sono proiettati solo al lato economico, vedendo nelle sue opere nient’altro che un investimento. Il pittore ottantenne ha aggiunto che non può in nessun modo influenzare l’andamento dei prezzi dei suoi lavori, ma racconta di averci provato vendendo 100 piccoli dipinti a prezzi bassissimi. Il mercato però ha avuto comunque la meglio: le opere sono andate a ruba per finire immediatamente in vendita all’asta. «Non puoi sfuggire al mercato», ha dichiarato l’artista. E pensare che qualcuno ucciderebbe per averlo, un po' di mercato.(Giulia Testa)
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LA MOSTRA DI ENRICO BENAGLIA E FRANCESCO ZERO
LA MEDUSA DI MARINO
E LA MATERIA CHE SI FA ARTE
Di Augusto Benemeglio
1.La Medusa di Marino
“Materia d’artista”, pastelli e bronzo di
Enrico Benaglia e Francesco Zero, non è stata la solita mostra
di metà gennaio, tra grigi silenzi di neve e svanite epifanie, ma un
vero e proprio evento, un’acrobazia
impossibile tra il nuovo e l’antico, tra la carta, il bronzo e il
marmo, tra specchi verticali e frammenti
di delfino, cercatori di stelle e grifoni
alati, tra portatori d’arte e pesci
assetati, tra movimento e la staticità
di una Medusa, simbolo della pietrificazione. E’ la
Medusa che si trova nel Museo
Civico Archeologico “Umberto Mastroianni”
di Marino, un volto di marmo bianco di grana grossa, ignoto
e misterioso, che forse somiglia più ad una Minerva funeraria; una testa sfregiata e
mutilata dagli insulti del tempo
e dell’incuria, che ha visto scorrere, tra le sue pupille cieche, secoli di abominazioni, spade, specchi
accecati e sangue; è un volto che in nulla somiglia alla raffinata e barocca Medusa
berniniana che sta al Louvre, metafora dello scultore che
ha il potere di lasciare "impietrito" dallo stupore chi ammira la straordinaria
abilità del suo scalpello. E tuttavia
questa maceria antica, venendo a
contatto con la nuova materia d’arte, si è come deformata, dilatata a
dismisura, gonfiandosi di qua, accartocciandosi di là, diventando volto
picassiano, maschera grottesca, grido di libertà, onda di mare, spettacolare
collezione di frammenti e di meraviglie
colorate, gesti contorti e brividi disperati, passi di danza, labbra
come ali di farfalla, insieme ai detriti, rovine, monumenti, il tutto a
crogiolare nel fuoco rovente di
un’esplosione che annuncia un nuovo
mondo .
2.
Un’esplosione silenziosa.
Vi è stata in questa mostra, curata dall’eccellente
critico d’arte Serena Borghesani, come
un’esplosione silenziosa, un’illuminazione,
un viatico, un presagio, una via d’entrata nella storia per il viaggio
dell’arte attraverso le radici dell’uomo . Ma
molti di noi, tarati sul
disincanto, (cinismo, furbizia e opportunismo che rosicchiano tutto) totalmente immersi nel
kitsch consumistico, non se ne sono accorti.
Ed è un vero peccato, perché quel che
vedi ti entra dentro e ti tira fuori quella parte di te che conta davvero, ti perdi il lato epico
della verità, come diceva Benjamin, o il senso di ribellione e compassione che
sono sponde dell’anima che, soprattutto i giovani, dovrebbero coltivare e
praticare. L’arte è un tramite, un passaggio, una fibra della
vita dell’universo che si riconosce e si specchia nella sua materia, ma è anche
una testimonianza che talora si fa profezia. Più che i politici e gli
economisti, ascoltate gli artisti, sono
loro che descrivono la realtà e la trasfigurano, consigliava un re
illuminato. E’, in effetti, una galassia
di input che ti arriva addosso, senti l’onda d’urto che ti fa vibrare, e ti ritrovi
d’incanto, come gli antichi innamorati, vicino
al cuore delle cose – Ricuperi la tua memoria antica d’ arpe, flauti
e violini scordati, le figure danzanti,
gli acrobati e i mangiafuoco de “La Strada” felliniana, clowns, tamburi e bruciatori di stelle, maschere, pupazzi e marionette
di carta, cavalli e angeli di bronzo, e
devi dire grazie a loro, Zero e Benaglia, che hanno scelto questa location non
a caso, consegnandosi, - coscientemente
o meno - al giudizio della storia
dell’eternità insieme alla Medusa di Marino e agli altri reperti, ruderi e
frammenti del Museo, il corpo di un satiro, l’affresco di un santo
felice, il volto enigmatico di una Venere Pudica, e quel niente che rimane di due grifi alati e
un delfino di marmo bianco, onde marine
e tanti sguardi seppelliti di
ignoti scalpellini, memorie di memorie, sentieri immemorabili,
una sorta di bricolage dell’anima che si forma dietro il vetro di uno
specchio di cristallo.
3. Dietro lo specchio
Ma chi c’è dietro
quei vetri, quegli specchi che straziano il silenzio e irraggiano nel vuoto lo
stupore d’una Medusa misconosciuta, simbolo di un museo che sorge dalle ceneri di
un’antica chiesa gotica? Chi c’è dietro
i clown, gli acrobati, le danze colorate di carta musicale riciclata che diventano fiabe e
incanti? Chi c’è dietro il bronzo sonoro di piccole statuine non levigate,
appena sfornate dal fuoco, da quella caldaia di umanità fumante che ha
dimenticato rapidamente la sua cera a
vergine d’api (“solo con quella cera riesco a cogliere l’attimo fuggente”, dice
Zero ), e non sente più la sua carne rosa? I due maestri ci aprono le
porte e c’introducono nel territorio dell’allegoria, della metamorfosi, dei simboli, dell’indicibile, per cercare
questo, o trovare quello, e poi magari
si trovano altre cose, si trova noi stessi nei pastelli di Benaglia, “farfalle che profumano di
libertà”, polveri colorate, impasti alchemici
e femminei ( “bisogna dare il
pastello sulla carta, come una donna si incipria”, diceva Marc
Chagall), e nei bronzi di Zero, piccole statue intense e vive,
metafore di movimento e libertà, dramma
e passione, bilancia instabile di corpi intrecciati nel vuoto, energia allo
stato puro, materia inerte che si
reinventa e si fa metamorfosi dell’arte.
4. La spina dorsale di un dinosauro
Eccole, le dieci
piccole sculture di bronzo che , viste dall’alto, assumono la sembianza di una
spina dorsale di un antico dinosauro ( di stampo vagamente giacomettiano), una serie irrelata che crea uno scenario,
un teatro di gesti, di situazioni e di eventi dentro un delirio circolare di movimento, una ricerca di libertà, di
eternità, - come scrive Serena Borghesani, curatrice di questa mostra “unica
nel suo genere”, in cui si fondono reperti museali, scultura e pittura, artigianato.
Forse i cavalli, le danzatrici, i clowns, le marionette quando fa buio, scendono
dai loro piedistalli, o dai quadri e si confrontano, si parlano tra loro e con quelle statue ancora
indecifrabili degli ignoti scalpellini e
incisori marinesi di duemila e più anni fa, che lasciarono la loro eredità
funeraria nell’antica città del granito
dormiente e della passione della brace
pietosa. Qui visse Gaio Mario nella sua grande villa, e la poetessa Vittoria
Colonna, qui nacque il grande scienziato Domenico Leone Pacini, pioniere dello studio dei “raggi cosmici”, teorico
della “radiazione penetrante”, premio Nobel per la fisica, qui
vennero spesso a cantare
Petrolini , con la sua voce lunare, e
Claudio Villa, tenorino di
Trastevere. Oggi, tra le diverse
bande, c’è la “Volemose
bene”, coi martelli, i tamburi, i botti, la tromba e i flauti che suona e
canta quelle canzoni di sempre, la gita a li castelli, la sagra dell’uva , tanto pe’ cantà.
Benaglia, Borghesani, Zero
5. Benaglia- Senecio
5. Benaglia- Senecio
Benaglia è pittore, scenografo, incisore, accanito inseguitore di sogni e di città dei
balocchi, sospeso tra Pinocchio e Rimbaud, tra Walt Disney e le piatte
zonature cromatiche di Leger, tra
Gozzano e Charlie Brown, tra le marionette de il balletto plastico di Depero e
il canto dell’usignolo di Stravinskij, uno “che sa cogliere l’attimo, l’immediatezza,
l’idea che ferma il tempo” , come scrive Serena nel depliant della mostra. E’ un artista che si è formato alla scuola
romana dei Fazzini, Purificato, Gentilini, Omiccioli, che oggi hanno tutti una
via o una piazza a loro dedicata nelle
parti di Acilia. Enrico mi ricorda, di
getto, il Senecio di Klee, un volto a
metà tra l’essere umano adulto e l’infante, tra il fiore (Senecio) e il
filosofo romano Seneca. E c’è, in
alcune delle sue opere, quell’aspetto tra l’incantato e l’ ironico, una sorta di spensieratezza
tipica dei bambini. Ma forse il
pittore che più gli si apparenta - religione a parte - è Marc Chagall, con il suo mondo di fiaba, il
mito che fa da succo e da substrato alla storia. Anche per lui tutto diventa circo: si cammina sugli
alberi con l’uomo che brucia le stelle, e le medesime stelle le puoi trovare
come pacco dono sulla porta di casa, serrate in una molletta per i panni; e poi
il tenerissimo pesce assetato che va a bere alla fontanella romana ( anche tra
gli animalisti non c’è nessuno che abbia pietà per i pesci), o la ragazza dai capelli frastagliati che vola
sulla ringhiera delle scale. L’uomo ritrova la sua libertà, il peso che lo
piegava è sparito, egli cammina leggero e non tocca terra. Non svegliate il
pittore!, diceva Breton. Sogna, e il suo
sogno è sacro. Segreto. Avrà sognato la sua pittura e la sua vita. La sua
notte è il mondo, in cui porta la sua
luce. “ La mia felicità è quando riesco ad esprimere tutto quello che ho dentro attraverso l’opera. Ogni vero artista si sente al centro
del mondo”. Egli riesce a cambiare il
mondo con la sola forza della sua arte; talvolta il genio è solo un colpo di
tosse, uno starnazzare d’ali al momento giusto, o un escremento d’artista . ” Importante è
correre”, dice non senza ironia. C’è in lui, vivo, sedimentato, il sentimento
del colore, l’ingenuità, lo stesso candido stupore di chi guarda le cose per la
prima volta, con l’occhio e il cuore del fanciullo, l’emozione sincera, ma
anche il rigore severo, geometrico, degli spazi, le velature, le prospettive e le architetture interiori; il delirio del cielo si apre come attraverso una specie di chiusura lampo e
ti “cade come una sciarpa celeste obliqua
sulla spalla”, che è poi magari quella dell’amico Zero, o del catalano Mirò surrealista pieno
di stelle filanti e code d’aquiloni, creatore di un universo immaginifico che è
in ognuno di noi, nel proprio paesaggio interiore.
6. Il berretto di Francesco Zero
Francesco lo conosco ormai da molti anni,
sia come artista che
come uomo e amico di lungo
sodalizio, roba da caffè Pascià, amene barzellette, battute ironiche, o di
avventurose navigazioni nel mare magnum
della cultura e dell’arte; ricordo l’Aris e il fil rouge Rome-Paris, gli incontri con i pittori parigini nel
chiostro di Ostia, le attese al Municipio per progetti a cui, in realtà, per nulla erano interessati i politici di turno, tutti, o quasi, dotati più di panza che di ideologia e sensibilità artistica. Francesco
lo ricordo da sempre con l’eterno berretto da coach americano, e senza
cravatta, anche nelle occasioni solenni ( forse le odia per via di un sogno di
mezza estate tutto shostakoviciano). E’
un uomo ricco di spirito, disponibile,
dotato di dialettica, versatilità, intelligenza, ironia finissima, sa
riconoscere il calice delle vocali e
delle consonanti lievi o incendiarie. Persona dolcissima, squisita, dal tocco lieve,
con cui ci siamo sempre molto divertiti un po’ a sfotterci amabilmente, ma
come artista egli sente l’addensarsi della storia, ha piena
coscienza di sé, della ricerca costante della verità. In realtà egli vede gli uomini come marionette
che preludono al dramma, allo sfacelo inevitabile, alla impossibilità della
liberazione da loro stessi, dalla pesantezza dell’essere.
L’ estetica e la poetica della danza, del volo, della liberazione dal peso di gravità rimane un’ utopia, un sogno delle sue preziose statuine, come quell’opera – scrive Ennio Calabria – che rappresenta una sorta di angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un impossibile volo. Ormai Francesco ha deciso da tempo (genialmente ) di spendere la sua seconda vita nella scultura, farsi cantore, aedo della materia, con sprazzi che vanno da Giacometti a Rodin , da Scipione a Schiele, da Klimt a Kokowska, con lampi di tenebra caravaggesca, una narrazione vagamente romantica, stendhaliana, ma con musica decisamente bachiana, da organo e canne sonore, con gli spazi che – pur nella loro cristallizzazione - si animano, hanno forza e grande energia, i cavalli nitriscono, le donne danzano e fanno olè, il Cristo che porta la Croce dell’Arte rotea, e tutta la materia maternale è delirio che vortica, si muove, si carezza, o si crocifigge. E’ un’ emozione che trabocca e scintilla. Siamo nel versante espressionistico, ma la cattura dell’istante è puro impressionismo. E sul muro junghiano c’è la propria ombra riflessa; una fiamma alimentata e circondata da cento soffi di leoni, ma anche un’anima smarrita tra le sensazioni d’estasi e le ricadute sulla terra con i fuochi fatui della vita di tutti i giorni dove i sensi si aprono come in una notte magnetica ( “Tu ridi – nuda – nei giardini della fiamma”) ..
L’ estetica e la poetica della danza, del volo, della liberazione dal peso di gravità rimane un’ utopia, un sogno delle sue preziose statuine, come quell’opera – scrive Ennio Calabria – che rappresenta una sorta di angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un impossibile volo. Ormai Francesco ha deciso da tempo (genialmente ) di spendere la sua seconda vita nella scultura, farsi cantore, aedo della materia, con sprazzi che vanno da Giacometti a Rodin , da Scipione a Schiele, da Klimt a Kokowska, con lampi di tenebra caravaggesca, una narrazione vagamente romantica, stendhaliana, ma con musica decisamente bachiana, da organo e canne sonore, con gli spazi che – pur nella loro cristallizzazione - si animano, hanno forza e grande energia, i cavalli nitriscono, le donne danzano e fanno olè, il Cristo che porta la Croce dell’Arte rotea, e tutta la materia maternale è delirio che vortica, si muove, si carezza, o si crocifigge. E’ un’ emozione che trabocca e scintilla. Siamo nel versante espressionistico, ma la cattura dell’istante è puro impressionismo. E sul muro junghiano c’è la propria ombra riflessa; una fiamma alimentata e circondata da cento soffi di leoni, ma anche un’anima smarrita tra le sensazioni d’estasi e le ricadute sulla terra con i fuochi fatui della vita di tutti i giorni dove i sensi si aprono come in una notte magnetica ( “Tu ridi – nuda – nei giardini della fiamma”) ..
7. L’arte è senza futuro?.
Ormai non contano
nulla i critici d’arte, i professori delle Università, le Accademie, i
galleristi, gli appassionati di turno ( quorum ego) . Chi determina il mercato e quindi decide se è un’opera d' arte o meno,
sono le Grandi Lobby che detengono il
potere del mondo, e quindi anche dell’arte. L’artista è un calzolaio, un falegname
o un barbiere qualsiasi, nulla di più. E tuttavia
chiedo a loro se l’arte ha il potere di sospensione, se è di per sé, o
rammenta solo le sue origini inconsce delle grotte di Lascaux. Esce o
rimane chiusa in se stessa? Ci porterà con sé o sarà portata? Il poeta, lo scultore e il pittore
continueranno ad esistere? C’è un futuro per l’arte?
Non sembrano poter dare risposta, ma poi Benaglia
interviene - L’arte è la sapienza
dell’ingenuità e l’ingenuità della
sapienza. Il poeta e il pittore ci saranno sempre. - Sul tuo corpo in ombra, io
sto come una lampada, dice Zero. L’arte illuminerà sempre gli assoluti e
l’eternità. E’ come quando tu cammini
nel buio e io pianto i segni, è l’alba dell’alba, è la forza della semplicità e
l’oro del cuore. - E’ uno stato di instabilità permanente, dice Benaglia, e Zero
concorda: ha resistito ad Auschwitz, resisterà a tutto. Noi siamo i calzolai che
ripariamo le scarpe per camminare in un
luogo che si chiama “altrove”, cerchiamo di fare bene qualcosa che forse non
esiste, ma crea stupore e meraviglia.
Eccoli i due
artisti, dissimili in tutto, ma amici veri, che si stimano, si ammirano
reciprocamente, in qualche modo si alleano e si fondono, lavorano ai margini
del caos, trafficando ai confini del caos, dove si crea; puzzano di caos, hanno la camicia ma anche la mente e la voce spiegazzate; non smettono la loro corsa verso l’utopia
dell’arte, un sentiero che è pieno di insidie, disillusioni, fallimenti e
dolori, ma restano dove si cade, si fanno guidare dalle loro voci interiori,
cercano l’osso dell’osso della verità con una fede che smuove le montagne, e il
loro incontro dura quanto l’eternità. Vicino a loro sembra sorridere, ora, anche la Medusa di Marino.
Il film sul Vernissage del 10 gennaio 2015
di Lorenzo Scocco
per la LoscProduction
https://www.youtube.com/watch?v=j1MEZlZh3WE
MATERIA D'ARTISTA
STUDIOZERO
-----------------------------------------------------STUDIOZERO ti invita a vedere (Link in calce) il film di tre minuti pubblicato su youtube e girato da 'LoscProduction' con due artisti, due amici, due poeti che hanno scelto l'arte per comunicare sensazioni e amore.Enrico Benaglia e Francesco ZeroSTUDIOZERO ha progettato la mostra "MATERIA d'ARTISTA" con il massimo impegno profuso nella qualità, dall'organizzazione al filmato, dagli allestimenti alle luci, dalla comunicazione allo stile.L'esperienza e la professionalità dei suoi esperti hanno consentito il successo che ci è stato riconosciuto dalla critica e dal pubblico.Per questo STUDIOZERO ringrazia il responsabile della comunicazione l'editore Gastone Indoni, il responsabile degli allestimenti Luca Caiazza, il tipografo Marcello Vincenzi, il trasportatore World Cargo, il tecnico informatico Marco Sisti e la curatrice dell'esposizione Storico dell'arte Dott.ssa Serena Borghesani.P.S. Per informazioni sull'organizzazione di esposizioni in Italia e all'estero in spazi prestigiosi ed istituzionali:STUDIOZERO ITALIA 3481800776STUDIOZERO FRANCE 0033 603685420
IL MUSEO UMBERTO MASTROIANNI
presenta
MATERIA D'ARTISTA
PASTELLI E BRONZO
Mostra a cura di
Serena Borghesani
SABATO 10 GENNAIO 2015 h18
Marino - Piazza Matteotti 13
Pastelli
ENRICO BENAGLIA
testo critico di Serena Borghesani
La porosità della carta esalta la purezza e la
luminescenza del pigmento che, attraverso la
cera o la colla, si unisce ad essa.
Il pastello morbido, di rinascimentale memoria,
freschezza che coglie l’attimo,
all’immediatezza, all’idea; caro agli Impressionisti,
magnificato da Boldini e Degas, in un fil
rouge che collega Jean Perréal a Picasso.
In un grande tavolo d’angolo riposano, nei loro
contenitori, i pigmenti finissimi, le polveri
colorate lavorate con mano sapiente; sminuzzati,
pestati nel mortaio, ridotti in grani sottili.
L’artista sfoglia senza timidezza le carte, odorosi
fogli che sanno di buono, di pastelli,
matite, oleosi impasti alchemici che non si
usano più, cancellati da un tempo che va troppo
di fretta. I pastelli di Benaglia ci parlano di disegni,
figure che animano tele ancora non nate, idee
tirate fuori dalla scatola della memoria nella
quale sono riposte con gelosia, le sue emozioni
innate, fortemente vive e amate.
Il segno è elegante ma deciso, equilibrato, delicato
come lo sfarfallio di quelle ali leggere che,
al solo tocco, seppur timido, di dita indagatrici,
ne rendono impossibile il volo; parimenti è la
tecnica usata, leggera ma incisiva, estemporanea
ma durevole.
Lo sputafuoco lancia la fiamma in aria, osa
come Icaro avvicinarsi al firmamento, ma,
mentre il figlio di Dedalo si brucia le ali di cera
e cade giù dal cielo sconfitto, il protagonista
del quadro vince la stella e la arde, il pastello si
fonde e incupisce la tinta sottolineando il
sorprendente colore del fuoco.
“La stella del mattino” - Pastello, 2012 - cm 70x70
“Il pesce assetato” - Pastello, 2012 - cm 63x75
“Un pastello è come una farfalla.
Profuma di libertà.
Di una bellezza modesta e perciò eterna.
Ed è un’opera vera, completa.
Se consideriamo il segno come un’anima ed il
colore come un corpo, il pastello sa essere
corpo ed anima fusi. Itinerario e meta in una
Alida Maria Sessa - Dal Catalogo “I Pastelli” 2013
Inaugurazione mostra
10 Gennaio 2015, ore 18,00
Museo Civico “U. Mastroianni”
P.zza G. Matteotti 13 - Marino
Orario
martedì: 8,30 - 11,30
mercoledì e venerdì:
9-12 15 - 19
sabato: 15 -19
domenica: 10,00 -13,00
10 - 31 Gennaio 2015
MATERIA d’ARTISTA
PASTELLI & BROMostra a cura di Serena Borghesani
Assessorato
alla Cultura
Info: 06.9385681
museocivico@comune.marino.rm.it
Bronzo
FRANCESCO ZERO
testo critico di Serena Borghesani
Bronzo…difficile cimentarsi con esso,
sistema complesso di manipolazioni materiche,
fusioni e forti contrasti.
L’impronta personale delle dita viene
impressa nella cera che sarà poi resa
immortale in fonderia, fucina di destini e
incontri mai casuali.
Zero manipola le forme come un novello
una traccia prigioniera della materia stessa; lento
è il processo creativo, lungamente meditato,
verso la scoperta del nudo, originario e
primitivo.
“(…) gli artisti e pensatori sono come gli
strumenti, infinitamente delicati e sonori. E
le vibrazioni che le circostanze di ogni
epoca traggono da loro si prolungano in
tutti gli altri mortali”. (Marco Vallora - Rodin)
La scultura è per Zero l’espressione massima
di creatività, sublimazione del gesto in
sè. Lo slancio delle figure, la loro circolarità
infinitesimale verso l’alto sono la ricerca
dell’eterno, la spasmodica volontà di
distacco dal materiale, da ciò che c’è di
terreno, trattenuto dalla forza gravitazionale;
come Ercole che per vincere Caco lo
innalza, staccandolo dalla madre Gea, dalla
quale trae forza, con un tormentoso abbraccio,
così Zero distacca le sue figure dal
reale per trarne quella stessa forza vitale
negata al gigante mitologico.
La scultura è per Zero l’espressione massima
di creatività, sublimazione del gesto in
sè. Lo slancio delle figure, la loro circolarità
infinitesimale verso l’alto sono la ricerca
dell’eterno, la spasmodica volontà di
distacco dal materiale, da ciò che c’è di
terreno, trattenuto dalla forza gravitazionale;
come Ercole che per vincere Caco lo
innalza, staccandolo dalla madre Gea, dalla
quale trae forza, con un tormentoso abbraccio,
così Zero distacca le sue figure dal
negata al gigante mitologico.
Quello sfrenato desiderio di uscire dalla creta e dal gesso di cui
scrive Augusto Benemeglio a proposito di Zero ”spaesa” la
consapevolezza, ma “appaesa” l’inconscio nella finalità del
tripudio dei sentimenti condivisi.
Ma tra queste recenti opere di Francesco ce n’è una che credo
riassuma le corde più creative della verità poetica di cui è
capace Zero nell’incontro con l’incognita del proprio profondo.
Mi riferisco a quell’opera che rappresenta una sorta di
angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un
impossibile volo.
Ennio Calabria
ESPOSIZIONE
Un’unica installazione composita la cui anima è realizzata
da 10 sculture singole accostate come le vertebre
della spina dorsale di un dinosauro esposto in un
museo paleontologico.
Un cono di luce proiettato dall’alto ridona singolarità ai
pezzi esposti come l’occhio di bue a teatro identica i
singoli attori presenti sulla scena.
“Il sogno di Lei” - Bronzo, 2010
“Il trofeo” - Bronzo,2011
Mostra a cura di Serena Borghesani
10 - 31 Gennaio 2015
FRANCESCO ZERO ENRICO BENAGLIA
Amazzone La raccolta delle olive
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ANCORA UNA VOLTA PRINCIPI E PRINCIPESSE SONO INTERVENUTI AL VEGLIONE
DI PALAZZO ROSPIGLIOSI
DALLA PROVA COSTUME ALLA SFILATA CON GLI ABITI
CINQUECENTESCHI
86 ospiti si sono divertiti e hanno cenato su tavoli
imperiali di 2 metri per 2, di colore rosso fuoco, nella notte di capodanno a Zagarolo
nel Palazzo Rospigliosi.
Un menu di livello con prodotti locali come le Sarze
fine e il Tordo Matto hanno allietato un pranzo da favola.
Costumi del
cinquecento dai colori fiammeggianti e gli ori splendenti hanno donato alle signore
un ricordo indelebile per la prima notte dell'anno.
A ciascuno degli ospiti va in dono un augurio per il nuovo anno gia' cominciato all'insegna
della ricchezza di un tempo, dei giochi di allora e della spensieratezza che
quelle mura ancora ispirano.
ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss
CAPODANNO 2015
PALAZZO ROSPIGLIOSI
PRESENTA
MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA
con le opere degli artisti
JJ Venturini, Christine Thery Demore,
Franco Campana, Angelo Di Tommaso
JJ Venturini
Christine Thery Demore
Franco Campana
Angelo Di Tommaso
CENONE CON COMPOSIZIONI D'AUTORE
PALAZZO ROSPIGLIOSI
L'ISTITUZIONE PALAZZO ROSPIGLIOSI
NELLA NOTTE DI SAN SILVESTRO
PRESENTA
MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA
con le opere degli artisti
JJ Venturini, Christine Thery Demore,
Franco Campana, Angelo Di Tommaso
JJ Venturini
Christine Thery Demore
Franco Campana
MOSTRA DI ARTE ETNICA AFRICANA,
arte BAGA' , Guinea occidentale
Sculture lignee raccolte da M.Bagarani
arte BAGA' , Guinea occidentale
Sculture lignee raccolte da M.Bagarani
CENONE CON COMPOSIZIONI D'AUTORE
PALAZZO ROSPIGLIOSI
ZAGAROLO (ROMA)
ARTE E VEGLIONE ROSPIGLIOSI 2015
Palazzo Rospigliosi di Zagarolo si trova a pochi chilometri dalla capitale. Nel 1600 è stato un centro di
potere per la grande famiglia dei Colonna, oggi è riferimento e forte attrattiva
turistica dell'antica cittadina di Zagarolo. Da poco restaurato, il Palazzo
ospita il Museo del Giocattolo tra i più grandi d'Europa. E' un centro
culturale che dà spazio ad artisti di arti visive, musicisti e letterati, come
anche a turisti in visita che trovano ulteriore accoglienza nei numerosi e convenzionati B&B che lo circondano.
Una scala principesca, che conduceva alle stanze
familiari, oggi conduce al Museo con i suoi mille giocattoli
antichi che spesso sono pezzi unici in tutto il panorama europeo.
Non mancano ovviamente leggende legate a fantasmi e a storie
misteriose e violente che si sono consumate nelle sue stanze durante i secoli.
La serata di festa si svolgerà nelle suggestive sale del
piano terra tra la Sala delle Bandiere e la Sala del Caminetto, tra la Sala
delle Virtù e la sala delle Quattro Stagioni.
Programma del Capodanno 2014/2015 a Palazzo Rospigliosi, P.zza Indipendenza 6:
Il programma è incentrato su diversi momenti che cominciano
con la ricca Cena del Veglione, sulla buona musica e sugli effetti speciali
degli abiti cinquecenteschi che l'organizzazione fornirà a tutti gli ospiti che
ne faranno richiesta.
L'ingresso ha diverse formule:
- quella principale, ore 20.30, prevede un ingresso a 75 euro che da diritto a ogni iniziativa della serata (
dalla cena serviti al tavolo imperiale alla visita del palazzo a lume di candela, dalle sorprese divertenti al costume del cinquecento. Infine la partecipazione alla sfilata
del Veglione)
- coloro che vogliono
entrare dopo cena, potranno farlo dalle 23.30 al prezzo di 25 euro con una
consumazione compresa e spumante a mezzanotte
Per informazioni e prevendite fare riferimento ai telefoni :
3481800776 - 0695769405
------------------------------------------------Già 58 gli iscritti al Veglione
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Gran Menu* del Cenone - Capodanno 2015
Accoglienza a
Palazzo con Spumante e Crostini al tordo matto
ANTIPASTI
-Crostino ai quattro cereali con lardo e marron glacés
- Ricotta e giuncata al miele e composte
- Misto di olive e crudité vegetale
I PRIMI
- Tagliolini e Raviolone con provola e radicchio
al ragù di capriolo
al ragù di capriolo
I SECONDI
- Filetto di baccalà in crosta con finocchio selvatico
- Le "Sarzefine" di Zagarolo
- Rollé di vitello "mille sapori" con patate al forno
- verdure in pinzimonio
DESSERT
- Gelato al panettone di Dario - Gelateria Greed
Mezzanotte e dintorni
Brindisi di mezzanotte
- Dolci secchi zagarolesi
Brindisi di mezzanotte
- Dolci secchi zagarolesi
Lenticchie e cotechino
Pane dei forni a legna di Zagarolo
Pane dei forni a legna di Zagarolo
Spumante Tufaio
Vino bianco e rosso di Zagarolo
€ 60,00**
Musica dal vivo
Abiti rinascimentali su richiesta**
Ricchi regali ad estrazione
Vino bianco e rosso di Zagarolo
€ 60,00**
Musica dal vivo
Abiti rinascimentali su richiesta**
Ricchi regali ad estrazione
* a richiesta menu vegetariano
** per gli abiti del '500 è previsto un contributo di 15 euro per la tintoria dopo l'uso
info...... francesco zero 3481800776
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Le signore presenti sfileranno in abito del cinquecento
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Premio
Il Giocattolo
IV Edizione
Il Giocattolo
IV Edizione
Zagarolo 22/30 novembre 2014
Premiazione IV edizione del Concorso Internazionale
d'Arte a Tema Il Giocattolo.
Nel Palazzo Rospigliosi di
Zagarolo, il giorno sabato 22 novembre
alle ore 18.00,
saranno premiati dal grande artista Ennio Calabria, i seguenti vincitori
della quarta edizione del Concorso a tema Il Giocattolo,
con una esposizione a loro dedicata.
Dino Cucinelli, vincitore Assoluto,
Enrica Capone vincitrice per la sezione scultura
e i secondi
classificati ex aequo
Cinzia Li
Volsi, Solveig Cogliani,
Dario Falasca, Claudio
Greco,
Diego Baldoin, Elvi Ratti,
Andrea Tudini , Paola Valenzano
La mostra resterà aperta fino al giorno 30
novembre 2014 e si potrà visitare durante l'orario di apertura del
Museo del Giocattolo.
L'immenso
bagaglio di tradizione e cultura che circonda il Palazzo , insieme a tutto il
programma che l'Istituzione Palazzo Rospigliosi ha messo a punto per gli anni
2014 e 15 , ci sospinge verso un futuro pieno di responsabilità nei confronti dei giovani e dei nostri
cittadini.
Sappiamo di
essere sulla strada giusta per affidare alle iniziative d'arte come quella de
Il Giocattolo il messaggio di continuità nel nome di un simbolo della cittadina
che è rappresentato dalle stesse bianche mura di Palazzo Rospigliosi.
Sede del
Museo del Giocattolo fin dal 2005, fortemente voluto dalla gestione del Comune
di allora oggi è costretto a battersi strenuamente per resistere alla dura pragmaticità
dei nostri tempi.
Per più di
500 anni il Palazzo ha affiancato i suoi cittadini nelle tempeste delle guerre e
del tempo senza mai rinunciare a portare rifugio e protezione a tutti, ma
neanche a infondere quel senso di appartenenza che è fonte di ricchezza dello
spirito e della capacità di fare di una intera comunità.
UFFICIO
STAMPA
MUSEO DEL
GIOCATTOLO
Direttore
Francesco Zero